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Trento, 7 febbraio 2008
BOATO: «AL SENATO UN POSTO VADA AI PARTITI MINORI»
L’aut aut dei Verdi per l’alleanza: il Partito Democratico non ci chieda i voti gratis.
Il coordinatore della Margherita Lunelli sta cercando di coinvolgere anche l’Svp e l’Italia dei Valori.
Rossi del Patt annuncia: «Ci stiamo anche noi,
ma solo se si tratta di un progetto veramente territoriale».

dal Trentino di giovedì 7 febbraio 2008

Le elezioni si avvicinano, ieri sono state fissate per il 13 aprile, e nel centrosinistra trentino scoppia la grana del Senato. A differenza del resto del paese, in Trentino Alto Adige per la camera «alta» del Parlamento si vota con il sistema maggioritario e con collegi uninominali. Obbligatorio, quindi, diventa allearsi. Resta da stabilire le forme e i termini dell’alleanza e già Marco Boato chiede che i partiti minori non siano considerati dei semplici portatori d’acqua al Pd.

Come fare alleanze per il Senato, quando il Pd sta sbandierando ai quattro venti di voler andare davanti agli elettori in perfetta solitudine? Come coniugare l’esigenza di unità al Senato con quello che accadrà alla Camera, dove le varie liste del centrosinistra saranno non solo separate, ma avversarie? Per sciogliere questo nodo, le segreterie dei partiti sono al lavoro in questi giorni. Il coordinatore della Civica Giorgio Lunelli sta lavorando per un soluzione territoriale, un’alleanza che vada dal Patt ai Verdi, passando per la Margherita e i Ds. Un’alleanza che coinvolgerà anche lo Svp, che ha bisogno dei voti dei partiti del centrosinistra per far eleggere Oskar Peterlini al Senato nel collegio della Bassa Atesina. Lunelli pensa anche ad allargare l’alleanza all’Italia dei Valori. Rimarrebbe fuori Rifondazione comunista. Per parlarne è previsto un incontro la fine di questa settimana tra tutte le forze che sostengono la giunta provinciale.

Ma già c’è chi mette le condizioni. Il leader dei Verdi Marco Boato è molto chiaro: «Per un accordo siamo ancora in altissimo mare. La linea della solitudine scelta dal Pd a livello nazionale, in Trentino sarebbe suicida. Così rischierebbero di perdere entrambi i senatori eletti nel 2006. Ci vorrebbe un accordo, ma non è immaginabile che il Pd chieda gratis i voti delle altre forze del centrosinistra. Nel 2006 c’era una coalizione unita per Prodi. Questa volta non ci sarà. Quindi, occorre un accordo complessivo. Immagino che, su tre candidati al Senato del centrosinistra, uno non sia del Pd. Potrebbe essere anche del Patt, magari sulla Valsugana, dove c’è un elettorato moderato, ma escludo che il Pd possa scegliere da solo i candidati al Senato e poi possa chiedere i voti degli altri. Questo, quando alla Camera ogni lista andrà per conto suo con diversi candidati premier».

Insomma, nessuno fa nulla per nulla. Se il Pd vuole i voti, dia anche qualcosa. Boato non ne fa una questione di bandiera. Anzi, arriva anche a dire che il terzo candidato al Senato può essere un autonomista, purché vi sia un accordo tra tutte le forze del centrosinistra. Il segretario del Patt, Ugo Rossi, è d’accordo, ma solo a patto che il progetto non sia solo finalizzato a salvare i senatori della coalizione: «Il Patt è interessato, ma solo se si tratta di un progetto veramente territoriale che coinvolga anche l’Svp e che abbia candidati trentini. Se si tratta di una vecchia logia di centrosinistra contro centrodestra gli autonomisti non ci stanno».

  Marco Boato

MARCO BOATO

BIOGRAFIA


  

vedi anche:
elezioni politiche
anticipate
13-14 aprile 2008

 

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